giovedì, luglio 19, 2007



LAVORATORI: Prrrrrrrrrrrrrrrr!

Leggendo le notizie su internet ho trovato questa notizia, che tutti i lavoratori sfruttati e mal pagati come me ( tutta l'italia) sanno, ma è una cosa che sembra scontata, quando invece dovrebbe farci capire che politici, sindacalisti, e la maggior parte dei datori di lavoro ( e mi riferisco soprattutto alle grandi imprese dove i soldi non mancano) non dovrebbero, ma VANNO bruciati vivi e rapinati di ogni bene... Ecco l'articolo:

La grande giungla del lavoro
Difficile fare una classifica ma ormai gli esempi del lavoro peggio pagati e superflessibili toccano un po’ tutti. Dalle pulizie, ai facchini. Fino, a informatici e dottori…
messaggio promozionale
Ce ne è per tutti i gusti. Ormai la fantasia della flessibilità (sottopagata) non ha più fine, inventando inquadramenti e soluzioni che spesso non sono neanche previsti dalla legge, che arranca nel cercarsi di adeguarsi. Un esempio? Ci sono molti italiani con l’inquadramento di “socio collaboratore coordinato non-occasionale parasubordinato”.
Questo recita il contratto, le mansioni sono quelle di magazziniere per una cooperativa alla cifra 5,99 euro lordi all’ora, senza nessuna indennità e niente straordinari in busta, sostituiti dalla voce “trasferta” o “diaria”, spesso usata perché on sono previsti i contributi.
Il risultato è che per fare tornare i conti, oppure per compensare assenze (non pagate) per malattia, in questo inquadramento si è costretti ad accettare di tutto. Una nota catena di supermercati, tanto per fare un esempio, ha in sub-appalto i magazzini a una cooperativa. Chi ci lavora deve fare questi orari: dalle ore 16 alle ore 4. Del mattino dopo, da lunedì a sabato. Solo domenica a casa (tranne quando ci sono periodi di picchi).
Così l’illusione è quella di una busta paga più pesante che arriva solo con 12 ore di lavoro, che comprendono mezz’ora di pausa e totali 15 minuti nell’arco di tutta la giornata lavorativa. Limiti non ce ne sono più, nei magazzini e nelle cooperative la paga continua a diminuire, con la pressione alla concorrenza tra lavoratori e continui appalti al ribasso.
Allargando lo sguardo, salta fuori il contratto definito “multiservizi”, che in teoria dovrebbe riguardare i lavoratori delle pulizie e alla fine ha assorbito anche quel 10% di lavoratori dell’industria terziarizzati. Appunto quelli dei magazzini, ad esempio, cui vengono applicati tariffe da facchinaggio (altra categoria tra le più sfortunate, visto che nel 2000 guadagnavano 6,46 euro lorde orarie, adesso se va bene arrivano a 6,16).
Ma ci sono cooperative che dichiarano in busta 4,5 euro e lavorano in appalto con enti pubblici oppure cosa dire di chi ha che fare delle aziende che promuovono il cosiddetto “lavoro in partecipazione”, studiato in origine per i quadri, con gli oneri da dirigenti e gli onori del facchino, appunto. Brutta vita anche per chi ha a che fare con le carceri. Non solo come celle, ma anche per chi fa il data entry per le Asl: ebbene, si tratta di collaboratori cui hanno dimezzato la paga
Del resto il settore sanitario conta su vertici iper pagati ma anche su un sottobosco di sfruttamento. C’è il dottore che accetta turni folli e paghe da fame per iniziare, c’è la psicologa, che per portare a casa qualcosa è impegnata in ospedale, in ambulatorio, in comunità e a domicilio. La paga? Si parla anche di 12,6 euro per ora. Lorde. Con abissi magari passando da strutture più serie a quelle meno affidabili. Del resto i dati di una recente ricerca sono chiari: il 55,8% dei giovani lavoratori tra i 17 e 24 anni percepisce uno stipendio compreso tra248 e 800 euro al mese e un altro 33,3% tra 801 e 1.000 euro.
Livelli bassi di retribuzione anche nella fascia tra 25 e 32 anni: il 22,3%guadagna tra 247 e 800 euro mensili e il 42,6% si attesta sugli801-1.000 euro. Non solo. Una indagine della Cgil rivela che in Italia è un paese dove il 68,6% degli occupati guadagna meno di 1.300 euro al mese e il 35% non arriva a 1.000 euro, dove gli straordinari e il doppio lavoro sono, spesso, una necessità. Lo sanno bene le lavoratrice delle mense, dover perfino essere assunte non basta. Spesso sono assunte da cooperative che le fanno lavorare dieci ore alla settimana per poco più di 300 euro (al mese) di salario in tasca.
Nel settore c’è chi lavora per meno di cinque euro all’ora, senza tredicesima, a cui deve togliere anche le trattenute da associata. Anche qui si chiedono frequenti spostamenti senza preavviso in giro per la città, non c’è un monte ore garantito settimanale, la legge sulla sicurezza sul lavoro è sconosciuta. Lavori considerati qualificanti, come il giornalista, sono spesso un disastro. Un importantissimo quotidiano, tanto per fare un esempio, ha deciso di pagare 18 euro(spese incluse) per i primi 50 articoli al mese, per tutti gli altri 2 euro.
by MiaEconomia®

Avrei da aggiungere il fatto che io lavoro dal lunedi al venerdi 8 ore e mezza al giorno a spaccarmi la schiena a sollevar pesi per 650 euro di merda al mese, ed è legale, il mio è un legalissimo merdoso contratto di lavoro italiano
poi fate voi PD.